Coltivazione Kiwi
L’ACTINIDIA O “KIWI”, pianta della salute
DOVE SI PUO’ COLTIVARE
Quando, diversi anni fa, venne introdotta in Italia dalla Nuova Zelanda e proposta ai frutticoltori d’avanguardia e agli amatori, non si pensava certo che questa nuova e così insolita pianta fruttifera potesse incontrare un successo così strepitoso; ormai le piantagioni si sono moltiplicate ovunque e la produzione è tanto abbondante che alimenta una forte esportazione versi i paesi del nord Europa; il prezzo di vendita del “kiwi” si mantiene sempre abbastanza elevato tanto da rendere certamente redditizi gli impianti, nonostante i costi delle piante e di quanto altro occorre.
E’ sorprendente, ma una pianta “femmina” di 4 – 5 anni può produrre fino a 70 – 80 kg di frutti.
In Italia le colture più estese sono localizzate al nord, soprattutto in Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, in Emilia Romagna, sia in località di pianura che in quelle collinari; dunque, contrariamente a quanto comunemente si crede, l’Actinidia non è una pianta esotica o tropicale e quindi adatta solo per zone a clima mite d’inverno; praticamente cresce in tutta Italia, dalla Sicilia fino alle Prealpi ed è consigliabile per tutte le zone dove alligna la vite. Predilige clima caldo-umido d’estate e moderatamente freddo d’inverno; comunque resiste bene alle basse temperature, fino a 12 – 15° sotto lo zero.
In definitiva l’Actinidia ha notevole adattabilità a climi quanto mai diversi, ma teme i venti freddi provenienti da nord e quelli marini impregnati di salsedine. Inoltre si adatta a crescere in quasi tutti i terreni purché fertili e profondi; i risultati migliori si ottengono in quelli di medio impasto o leggermente argillosi, di buona fertilità e freschi; meno adatti sono i terreni sassosi o siccitosi a meno che non si provveda a migliorarli e a predisporre impianti fissi di irrigazione; nei terreni alcalini o calcarei l’Actinidia è soggetta alla “clorosi” e in tal caso si può rimediare con una forte concimazione a base di stallatico, con torba e con aggiunta di solfato ferroso.
LE SPECIE MIGLIORI
Quando si parla di “kiwi”, di solito ci si riferisce all’Actinidia chinensis, la specie più conosciuta e diffusa, inconfondibile per i frutti molto grossi, ovoidali o cilindrici, di tipico colore bruno intenso, fortemente pelosi e a polpa verdognola, di ottimo sapore acidulo-aromatico, e ricchissimi di vitamina C.
E’ UNA PIANTA RAMPICANTE E DIOICA
L’Actinidia non è un albero, ma un tipico arbusto rampicante; infatti, al pari della vite, emette lunghi tralci sarmentosi che necessitano di adeguati sostegni; solo i tralci più giovani ed esili sono volubili e tendono ad avvolgersi attorno ai sostegni come quelli del glicine. Occorre quindi predisporre adeguati sostegni e, nei primi anni, conviene impedire ai germogli di svilupparsi ai fili o ai tutori; comunque, in seguito i nuovi tralci, che sono molto vigorosi, perdono questa tendenza e ovviamente vanno legati ai sostegni.
Indubbiamente l’Actinidia è affascinante per molteplici ragioni, soprattutto per le insolite caratteristiche dei frutti che molti li ritengono esotici e per il colore verde brillante della polpa che è di sapore gradevolissimo.
Inoltre incuriosisce anche per il fatto particolare che le singole piante portano fiori di un unico sesso, cioè unisessuali, rispettivamente maschili o femminili. Le piante che si comportano in tal modo vengono dette, dai botanici, “dioiche” e di questo si deve tener conto nelle piantagioni, in quanto per ottenere una regolare fruttificazione occorre intervallare almeno una pianta “maschile” ogni 5 – 6 piante “femminili”. Ovviamente conviene piantare una maggiore quantità di “femmine”, per la ragione che esse sole fruttificano, mentre i “maschi” servono unicamente a produrre polline necessario a fecondare i fiori femminili.
LE VARIETA’
Dopo anni di sperimentazione e di prove in campo ormai consigliamo di scegliere tra le seguenti varietà: come maschio, var. Tomuri, che fiorisce abbondantemente fin dai primi anni e per molti giorni in modo da impollinare tutti i fiori delle femmine, anche quelli che si aprono tardivamente; come femmina, la var. Hayward a frutti molto grossi, di forma ovoidale, di 80 – 100 grammi e molto serbevoli; degna di nota e di tutta considerazione è la varietà Jenny, femmina, in quanto autofertile, i cui frutti, sempre di forma ovoidale ma più rotondeggianti, sono di grammatura leggermente inferiore rispetto a quelli della varietà Hayward. C'è poi tutta la nuova famiglia dei minikiwi ovvero i kiwi arguta o baby kiwi, piccolissimi frutti dal sapore dolcissimo e che stanno spopolandi sulle tavole degli italiani. I minikiwi si mangiano con la buccia e ciò li rende delle prelibatezze comode e divertenti da mangiare e in quanto a vitamine, non hanno nulla da invidiare ai loro fratelli maggiori.
COME ESEGUIRE LA PIANTAGIONE
In linea di massima è possibile piantare l’Actinidia in qualsiasi mese dell’anno; questo perché, allo scopo di facilitare la ripresa vegetativa e per altre ragioni, le piante vengono sempre predisposte in vasi di plastica o in fitocelle; quindi il trapianto è molto agevole e perciò basta svasare le piante mantenendo integro il pane di terra o tagliare il sacchetto, quando si tratta di fitocelle.
Nei grossi impianti conviene eseguire la posa a dimora nel tardo autunno, se il clima invernale è mite, oppure da marzo ai primi di aprile, in zone più fredde.
Conviene predisporre per tempo il terreno, scassandolo ad una profondità di almeno 50 cm. in modo da assicurare un buon drenaggio; trattandosi di pianta molto avida di sostanza organica è bene concimare abbondantemente con stallatico maturo nella dose di 5 – 6 quintali per 100 mq. oppure con altri fertilizzanti organici.
Ottimi come integratori la cornunghia scagliosa torrefatta ed il sangue secco con potassa organica, concimi naturali che troverete offerti nel nostro Catalogo in corso.
La piantagione si esegue normalmente e non presenta problemi appunto, perché le piante sono allevate in vasi; la parte superiore del pane di terra deve restare a livello del terreno e si deve assolutamente evitare di interrare il colletto
Le distanze d’impianto variano a seconda del sistema di allevamento ed anche in base alla fertilità del terreno.
Per informazioni dettagliate sulla coltura dell’Actinidia, sui sistemi di allevamento e di potatura, sulle distanze di impianto e sul periodo della raccolta ecc., consigliamo di consultare gli specifici volumi che potrete richiedere alla nostra Ditta in base al Catalogo Guida in corso.
Comunque di solito questa pianta fruttifera rampicante viene allevata a controspalliera o a pergoletta doppia e in tali casi le distanze variano da 5 a 6 metri tra le file e da 4 a 7 metri lungo le file.
Un’osservazione importante: dato che le radici si sviluppano abbondantemente anche in superficie, è dannoso e sconsigliabile eseguire sarchiature in prossimità delle piante e anzi ormai si è constatato che i migliori risultati si ottengono pacciamando il terreno oppure lasciandolo inerire.
In zone soggette alla siccità è necessario irrigare sovente nei mesi estivi, possibilmente distribuendo l’acqua sotto la chioma o a goccia a goccia.
I frutti dell’Actinidia chinensis si raccolgono dopo la caduta delle foglie, dalla fine di ottobre a metà novembre o comunque prima dei geli; i frutti si lasciano maturare tenendoli in cassette di legno e in fruttaio, cioè in un locale a temperatura ambiente, oppure, per conservarli a lungo, si possono tenere in celle refrigerate.